Lorem Ipsum dolor sit amet

fisioclinik_restyling_logo_2022_orizzontale_positivo.jpeg

PER ULTERIORI INFORMAZIONI:

 Privacy PolicyCookie Policy|

Designed by Tommaso Stassi

INFO@FISIOCLINIK.com

FISIOCLINIK - clinica di fisioterapia


phone
whatsapp
facebook
instagram

FISIOCLINIK @ ALL RIGHT RESERVED 2022

distorsione di caviglia

FASCITE PLANTARE: QUANDO IL TALLONE SOFFRE

14-04-2023 12:39

Dott. Tommaso Stassi

PIEDE, CAVIGLIA,

FASCITE PLANTARE: QUANDO IL TALLONE SOFFRE

La fascite plantare è un'infiammazione della fascia plantare, causata ad un eccessivo stress rivolto al tallone e al legamento arcuato del piede.

copertina-articoli-3.png

La fascite plantare è un’infiammazione della fascia plantare, patologia tipica in sportivi che praticano la corsa o un’altro tipo di sport che scarica il peso sul piede, ma può insorgere anche in soggetti sovrappeso o obesi, nelle donne in gravidanza e a causa di utilizzo di scarpe che mettono sotto eccessivo stress il tallone e il legamento arcuato del piede. 

Questa fascia è tesa come una corda tra il calcagno e le dita dei piedi, svolgendo un ruolo di supporto per evitare la caduta dell’arco plantare. Si tratta di una “corda” naturale che viene inevitabilmente sollecitata dalla corsa in punta di piedi o dal procedere in salita. 

La fascite plantare è una delle cause più comuni di tallonite

 

QUALI SONO I SINTOMI?

La fascite plantare esordisce tipicamente con un dolore nella parte inferiore del tallone, talvolta esteso al mesopiede (metà del piede, poco più avanti rispetto al tallone; le dita quindi non vengono compromesse).

Il dolore è, solitamente, più acuto al mattino. Dopo aver effettuato i primi movimenti tende a diminuire, per poi riacuttizzarsi dopo essere stati a sedere a lungo.

In genere, il dolore al tallone tipico della fascite plantare compare in modo graduale nel tempo: inizialmente è lieve, mentre successivamente diventa molto fastidioso. 

Un aspetto interessante della fascite è che durante lo svolgimento delle attività fisiche a rischio non provoca particolare fastidio; terminato l’esercizio, però, si infiamma e diviene talvolta debilitante. 

Il dolore da fascite plantare può essere sordo, acuto o bruciante; queste caratteristiche variano in base al paziente. 

Solitamente la sintomatologia è unilaterale. Durante la deambulazione alcuni pazienti lamentano un dolore di tipo urente o pungente lungo il margine mediale del piede. 

Se il dolore al tallone è acuto e particolarmente intenso, può essere un indice di lacerazione acuta della fascia. In tal caso, può associarsi a una lieve tumefazione (gonfiore) locale. 

La fascite plantare può provocare la degenerazione della fascia plantare nella sua sede di inserzione e un suo stiramento acuto o cronico.

 

 

QUALI SONO LE CAUSE?

foto-articoli-(2120-×-1057-px)-2.png

Il legamento arcuato del piede ha il compito di ammortizzare il peso del corpo e i movimenti. Quando questa tensione è eccessiva il legamento può lacerarsi e infiammarsi, dando luogo così a una farcite plantare. 

Tra le cause principali che stanno alla base di questa patologia troviamo:

  • La pratica di alcune attività sportive come la corsa, il basket , il tennis e il calcio, che sollecitano molto il legamento arcuato del piede.
  • La presenza di particolari conformazioni del piede che possono portare ad avere una scorretta camminata.
  • L’utilizzo di calzature non adatte, per esempio quelle con la suola piatta, che non danno il giusto supporto al legamento arcuato del piede, oppure i tacchi alti che favoriscono la retrazione del tendine d’Achille.

Esistono però altri fattori che possono aumentare il rischio di insorgenza di nascite plantare, come l’età (patologia più comune tra i 40 e i 60 anni), sovrappeso o obesità, lo svolgimento di mansioni che obbligano a stare in piedi molte ore del giorno.
 

COME SI FA LA DIAGNOSI?

La diagnosi di fascite plantare è principalmente clinica ed è basata sulla storia del soggetto, sulle informazioni raccolte durante la valutazione e sull’esame obiettivo svolto durante la prima visita. La fascite plantare è confermata se una pressione energica del pollice sul calcagno con il piede in dorsiflessione scatena il dolore. 

Il supporto degli esami strumentali non risulta essere necessario in moltissimi casi, ma questi possono essere indicati in alcune situazioni, ad esempio quando la diagnosi non è chiara o vi sono situazioni dubbie, quando il paziente continua a lamentare diversi sintomi nonostante un periodo di trattamento conservativo o quando si ha la necessità di escludere altre eventuali condizioni. 

I principali esami strumentali utilizzate in queste circostanze sono:

  • Radiografia: permette di individuare o escludere eventuali patologie ossee (come ad esempio una frattura da stress). Inoltre, permette di rilevare la presenza di speroni calcaneari, anche se la loro presenza non è sempre associata ad una diagnosi di nascite plantare. 
  • Ecografia: consente di escludere alcune cause di dolore al tallone e possono essere utili nel confermare la diagnosi in quanto permettono di stabilire lo spessore della fascia plantare o la presenza di lesioni. Infatti, nei pazienti con fascite plantare lo spessore della fascia risulta maggiore di 4-4,5 mm.
  • Risonanza Magnetica: utile per identificare altre lesioni dei tessuti molli. Anche in questo caso è possibile osservare un ispessimento della fascia plantare, oltre ad eventuali altre lesioni, fratture da stress o difetti osteocondrali.

 

 

L’ ecografo è uno strumento molto utile anche durante il percorso di cura. In FISIOCLINIK siamo specializzati in FISIOTERAPIA ECOGUIDATA. monitoriamo continuamente i progressi anche con il controllo ecografico.
 

foto-articoli-(2120-×-1057-px)-3.png

LA CURA IDEALE PER LA FASCITE PLANTARE

La fascite plantare è una condizione, almeno parzialmente, auto-limitante cioè con una risoluzione spontanea della sintomatologia entro un anno dall’insorgenza in molti pazienti. Diversi studi però riportano tassi molto elevati di miglioramento dei sintomi entro un periodo di tempo molto inferiore, se gestiti con un trattamento di tipo conservativo. L’obiettivo di tale trattamento è quello di ridurre  il dolore e permettere un ritorno alle normali attività quotidiane, sportive e lavorative, migliorando la qualità di vita generale. 

Il trattamento è costituito da diverse modalità che devono essere utilizzate in combinazione tra loro per ottenere risultati migliori e più rapidi. Tra le principali:

  • Educazione del paziente: viene illustrata nel dettaglio la patologia, affrontando i principali meccanismi e i necessari tempi di recupero. È fondamentale che il professionista si soffermi sull’importanza di una partecipazione attiva e costante del paziente al percorso di riabilitazione. In questo contesto possono essere consigliate delle modifiche alle attività svolte dal soggetto che vanno ad aggravare i sintomi sperimentati: ad esempio attività che comportano un impatto ripetitivo, come la corsa, dovranno essere inizialmente evitate, ma i pazienti possono continuare a mantenersi in salute svolgendo altre attività, come ad esempio il nuoto. È indicato quindi un riposo relativo e non assoluto, lavorando gradualmente per permettere un recupero ottimale.
  • Ghiaccio: diversi impacchi di ghiaccio durante la giornata possono essere utilizzati per ridurre il dolore e il gonfiore associati.
  • Plantari: utilizzati da molti pazienti, possono aiutare a ridurre il carico sulla fascia plantare durante le diverse attività. Questi sostengono l'arco mediale del piede senza esercitare alcuna pressione diretta sulla fascia plantare. Le ortesi possono fornire supporto dell'arco mediale scaricando la fascia e riducendo l’eccessiva pronazione del piede migliorando, di conseguenza, la sintomatologia. 


 

FISIOTERAPIA PER L' INSTABILITA' DI CAVIGLIA 

foto-articoli-(2120-×-1057-px).png

Presso il centro Fisioclinik è attiva la CLINICA DEL PIEDE un servizio completo  per la cura delle problematiche del piede e della caviglia. La prima realtà a Bologna per il trattamento di questo tipo di problematiche.

 

Il fisioterapista è in grado di svolgere una valutazione e il trattamento di tutti i tipi di problemi legati al dolore al piede. Questa preparazione del fisioterapista include la conoscenza di ciascuno dei sistemi e delle strutture del piede e della gamba, come la pelle, i sistemi neurologici, circolatori e muscoloscheletrici, comprendenti ossa, articolazioni, legamenti, tendini e muscoli. 

 

Il trattamento fisioterapico per la farcite plantare si divide in 3 fasi: valutazione funzionale, controllo del dolore e dell’infiammazione, recupero della funzione e del gesto motorio. 

 

Valutazione funzionale

La valutazione è fondamentale per stabilire l’origine dei sintomi e capire le cause del dolore. La valutazione si esegue evidenziando la presenza di alterazioni della struttura dell’osso del calcagno e della fascia plantare. In aggiunta, si verifica anche l’eventuale presenza di alterazioni postulai o disfunzioni di movimento. 

 

Controllo del dolore e dell’infiammazione

I mezzi fisici ad alta tecnologia che puoi trovare da Fisioclinik sono efficaci nel trattamento della fascite plantare. Inizialmente, quindi, prima di lavorare sul recupero funzionale, risulta utile trattare la fascite plantare con:

  • Onde d’urto
  • Tecarterapia 
  • Laser ad alta potenza
  • Ipertermia

 

Recupero funzionale del gesto

Questa fase è fondamentale per evitare recidive e stabilizzare il miglioramento dei sintomi ottenuto nella precedente fase. 

Gli interventi di riabilitazione e gli approcci terapeutici utilizzati sono:

  • Terapia miofasciale
  • Rieducazione postulare
  • Riabilitazione funzionale
  • Riabilitazione propriocettiva
  • Allenamento terapeutico 

 

Da Fisioclinik, durante la riabilitazione funzionale e propriocettiva vengono svolti esercizi specifici, grazie anche all’utilizzo di diversi attrezzi e strumenti, quali: Balance Pad, pedane propriocettive, pedana stabilometrica ecc.. ideali per il trattamento della fascite plantare.  

foto-articoli-(2120-×-1057-px).png