
La sindrome del tunnel carpale è una delle patologie più diffuse e più frequenti del polso, in quanto, essendo un’articolazione molto mobile e priva di muscoli stabilizzatori, viene esposta a numerosi fattori di rischio, nonché si trova spesso a sopportare carichi importanti.
Il tunnel carpale è una struttura anatomia costituita dalle ossa del carpo e dal legamento carpale traverso; all’interno di questa struttura scorrono 9 tendini e il nervo mediano, nervo sia sentivo che motorio.
La sindrome del tunnel carpale è una neuropatia caratterizzata dalla compressione del nervo mediano. Le neuropatie sono degli stati di sofferenza dei nervi periferici e la sindrome del tunnel carpale rappresenta una delle neuropatie più comuni e conosciute.Â
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Con il passare del tempo questa compressione diventa una vera e propria sofferenza per il nervo mediano. Si generano così sintomi come formicolio, dolore alla mano, intorpidimento, difficoltà nell’uso delle pinze o prese, piccole scosse sopratutto sulle prime tre dita.
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CAUSE
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Le cause in realtà non sono ancora ben definite, nonostante sia una sindrome abbastanza comune.
Tra le ipotesi più avvalorate c’è quella riguardante la perdita di stabilità dell’articolazione, sopratutto in estensione. Questo causerebbe una ripetuta compressione, con conseguente infiammazione del nervo mediano.Â
Non si escludo condizioni di ereditarietà e genetica.
La sindrome del tunnel carpale colpisce principalmente le donne in età media, ma può anche verificarsi in qualsiasi età ed in entrambi i sessi.
Le cause della patologia possono essere di varia natura e possono anche sovrapporsi. Tra le cause e predisposizioni troviamo:
- Sovrappeso
- GravidanzaÂ
- Lavori o hobby che richiedono movimenti ripetuti del polso, l’utilizzo di strumenti vibranti o anche prese con forza
- ArtriteÂ
- Diabete
- FamiliaritÃ
- Precedenti eventi traumatici del polso
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SINTOMIÂ
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Il quadro sintomatologico è rappresentato in maniera più approfondita dai seguenti segni clinici:
- Dolore alla mano e all’avambraccio
- Formicolio e/o intorpidimento alle prime 3 dita della mano.
- Disturbi irradiati alla spalla o al collo
- Deficit di forza a livello del pollice e disturbi della sensibilità alle prime tre dita della mano.Â
Durante la notte solitamente la sintomatologia peggiora.
I sintomi possono anche essere notati durante le attività quotidiane come la guida o la lettura di un giornale. A volte i pazienti notano che la loro presa si è fatta più debole, percepiscono una situazione di goffaggine nello svolgimento di alcuni semplici gesti e una tendenza a far cadere le cose. Anche la sensazione di avere le mani gonfie è un sintomo comune.Â
Nei casi gravi, può presentarsi un deficit di sensibilità che può essere permanente e i muscoli alla base del pollice diventano atrofici nel tempo, causando difficoltà nella presa a pinza.Â
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DIAGNOSI
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La diagnosi viene fatta sempre e solo dal medico specialista. La storia clinica dettaglia del paziente è importante al fine di diagnosticare la patologia. Risulta fondamentale essere a conoscenza del lavoro svolto dal soggetto; le attività manuali domestiche e mansioni che sovraccaricano particolarmente i polsi possono essere fattori di rischio per lo sviluppo di questa sindrome.Â
L’esame clinico rivelerà diversi segnali positivi per la sindrome del tunnel carpale. Si valutano i movimenti e la forza della mani e di entrambe le braccia; si esaminano eventuali disturbi della sensibilità sopratutto nelle zone tipicamente più colpite (base del pollice e le prime 3 dita della mano).
Esistono poi dei test specifici che indagano la presenza della sindrome: segno di Tinel, test di Phalen e il test di Phalen inverso. Questi test prevedono: nel primo caso, la percussione manuale da parte dell’operatore nella sede del tunnel carpale; il mantenimento per 1 min di posizioni in massima flessione ed estensione, rispettivamente per gli altri due test.
A volte sono richiesti i raggi X per verificare le altre cause dei disturbi, come artrosi o frattura.Â
La radiografia specifica del tunnel carpale viene utilizzata per analizzare la geometria del tunnel.
A volte vengono svolti anche degli studi elettrodiagnostici per confermare la diagnosi della sindrome, nonché per verificare altri possibili problemi nervosi.Â
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TRATTAMENTOÂ
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I sintomi possono essere ridotti senza intervento chirurgico, scegliendo quindi di intraprendere un percorso terapeutico di tipo conservativo. I parametri che devono essere considerati per la decisione del miglior percorso da intraprendere sono la gravità della sintomatologia (motoria o sensitiva) e la richiesta funzionale del paziente.Â
Se la componente motoria è compromessa, l’intervento chirurgico ha un’importanza rilevante per non perdere la funzionalità della mano. Questi però sono casi rari, perchè se la sintomatologia e di conseguenza la diagnosi vengono riferite per tempo, questa disabilità può essere ben gestita.
Nella maggior parte dei casi invece, sarà sufficiente impostare e attuare un intervento di tipo conservativo che prevede la terapia manuale, mezzi fisici ed esercizi terapeutici.
Un’altra importante componente del trattamento conservativo è rappresentata dai tutori costruiti sulla persona, quindi altamente personalizzati, efficaci sopratutto quando la sintomatologia dolorosa e sensitiva si verifica di notte. Il tutore permette al polso di assumere un atteggiamento in semi-flessione, a mano neutra, così da decomprimere il nervo mediano.
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Quando però, i sintomi sono gravi o non migliorano con la terapia conservativa, interviene la chirurgia. Con la chirurgia si va a tagliare il legamento che forma il tetto superiore del tunnel carpale (sul lato del palmo della mano) in modo da ampliare il tunnel, togliendo così pressione sul nervo mediano.Â
In attesa dell’operazione, sarebbe comunque indicato svolgere un percorso fisioterapico che prepari il paziente, non solo all’intervento, ma anche al percorso terapeutico post operatorio, in modo da accelerare i tempi di recupero.Â
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FISIOTERAPIA PER IL TUNNEL CARPALE
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La fisioterapia può aiutare a ridurre il dolore di questa condizione e può essere utili per evitare l’intervento chirurgico.
Il fisioterapista utilizza tecniche di terapia manuale, mezzi fisici ed esercizi.Â
Le tecniche di terapia manuale sono principalmente mobilizzazioni in trazione e massoterapia. Lo scopo è quello di ridurre eventuali restrizioni fasciali presenti sull’avambraccio, sul polso o sulla mano.Â
I mezzi fisici più utilizzati sono:
- Laserterapia
- Tecarterapia
- Onde d’urto
- Elettroterapia
- Ultrasuoni
Questi hanno l’obiettivo di ridurre il dolore e controllare lo stato infiammatorio che colpisce il nervo mediano.
Da Fisioclinik vengono utilizzati strumenti fisici ad alta tecnologia e i più innovativi sul mercato.Â
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Quando la sintomatologia diventa meno intensa, si possono introdurre gli esercizi terapeutici. Stiamo parlando di esercizi svolti in isometria e contenuti entro un range di movimento specifico, in modo che lo forzo eseguito dal paziente sia allenante e curativo.Â
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