
L’articolazione del polso è spesso colpita da eventi distorsivi e fratturativi. La frattura del polso più comune riguarda la frattura del radio, l’osso più grande dell’avambraccio nonché quello che si rompe più facilmente.
Sono diverse le cause che provocano la frattura del polso, tra cui:
- Cadere su un braccio teso
- Un colpo diretto alla zona
- L’osteoporosi può aumentare la probabilità di una frattura del polso in caso di caduta. Il rischio è alto sopratutto nelle donne di età superiore ai 50 anni e negli uomini di età superiore ai 65 anni.
ANATOMIA
Il polso è quell’articolazione che unisce l’avambraccio e la mano. Il polso è costituito da 4 articolazioni:
- L’articolazione radio-ulnare distale. Consente la rotazione dell’avambraccio. L’ulna rimane in posizione stabile mentre il radio ruota attorno ad essa.
- L’articolazione radio-carpale. Si trova nel punto in cui il radio incontra la prima fila di ossa carpali. Questa è l’articolazione principale del polso. Consente movimenti combinati su più piani, includendo movimenti di flesso-estensione, di abduzione e adduzione e circolari.
- L’articolazione medio-carpale. Situata tra il carpo prossimale e il carpo distale. Esegue movimenti di flesso-estensione e di abduzione-adduzione e lavora insieme all’articolazione radio-carpale per muovere il polso.
- Le articolazioni carpo-metacarpali. Sono 5 e si trovano tra il carpo distale e il metacarpo.
CLASSIFICAZIONE DELLE FRATTURE
L’articolazione del polso è spesso soggetta ad eventi distorsivi e fratturativi. Infatti quando si cade, la prima cosa che si tende a fare per proteggersi, è cercare di attutire il colpo mettendo le mani avanti; l’impatto della mano sul suolo può provocare la frattura del polso.
La maggior parte delle fratture del polso sono il risultato di una rottura dell’osso del radio a livello dell’articolazione radio-carpale, detta anche frattura del radio distale.
Lo scafoide è il secondo osso del polso che si frattura più comunemente.
Dal punto di vista clinico risulta fondamentale classificare il tipo di frattura; questo perchè il trattamento e successivamente la riabilitazione, dipenderanno dal tipo di frattura che il paziente riporta.
Le fratture del polso possono essere:
- Composte: fratture senza dislocazione dei frammenti ossei
- Scomposte: fratture con dislocazione dei frammenti ossei. Queste possono essere ulteriormente suddivise in semplici o complesse. Le prime sono caratterizzate dal distaccamento di un solo frammento osseo. Le seconde, più frequenti, sono definite “pluriframmetarie”, ovvero la rima di frattura può interessare anche la metafisi del radio provocando un vero e proprio “scoppio” dell’estremità distale.
-copia.png)
DIAGNOSI
Per diagnosticare una frattura al polso, il medico effettuerà un esame fisico approfondito. Per confermare la diagnosi il medico prescriverà un esame radiologico:
- Raggi X: mostrano la lesione all’osso e se c’è stato uno spostamento.
- TAC: può individuare microfratture del polso che sfuggono ai raggi X, oltre che tessuti molli e vasi sanguigni.
- Risonanza Magnetica: molto più sensibile dei raggi X può identificare fratture molto piccole e lesioni ai legamenti.
SINTOMI
I sintomi di un polso rotto possono includere:
- Dolore, in particolare modo quando si flette il polso
- Gonfiore
- Tenerezza
- Lividi
- Deformità del polso
- Formicolio alle dita
- Insensibilità alle dita
TRATTAMENTO
Quando la lesione del polso non è eccessivamente dolorosa e il polso non è deformato, potrebbe essere possibile attendere il giorno successivo per consultare il medico. Nel mentre però il polso può essere protetto da una stecca; può essere applicato un impacco di ghiaccio; infine si può tenere sollevato il polso fino a quando un medico non è in grado di esaminarlo.
Se invece la lesione è molto dolorosa, il polso è gravemente deformato e le dita sono insensibili o pallide, è necessario recarsi immediatamente in un centro di cure urgenti o al pronto soccorso per ulteriori trattamenti.
Quando si è in presenza di un polso rotto, ci sono molti fattori da considerare, come ad esempio la natura della frattura, l’età e il livello di attività del paziente.
Oltre a questi, altri fattori vanno presi in considerazione; questi includono se sono rotte una o più ossa, in uno o più punti; se sono coinvolti legamenti strappati e se ci sono altre lesioni che richiedono un’ ulteriore trattamento.
Le opzioni possibili per trattare la frattura del polso includono:
- Gesso o stecca, solitamente per 5 o 6 settimane, con successivi trattamenti fisioterapici per acquisire forza e ripristinare la libertà di movimento.
- Intervento chirurgico per riparare la rottura, utilizzando dei perni temporanei, per mantenere l’osso in posizione. Dopo l’intervento ambulatoriale, i pazienti indossano un gesso o una stecca per diverse settimane e successivamente si sottopongono a cicli di fisioterapia.
- Chirurgia ricostruttiva, utilizza placche e viti per riparare l’osso danneggiato. I pazienti dovranno poi indossare un gesso per 2 o 3 settimane, dopodiché passare a un tutore rimovibile e iniziare successivamente la fisioterapia.
Come si può notare, è fondamentale affidarsi a un centro di fisioterapia dopo una frattura del polso, per cominciare un iter riabilitativo che sia idoneo alla condizione patologica del paziente.
.png)
FISIOTERAPIA PER LA FRATTURA AL POLSO
Il lavoro di un fisioterapista su una frattura del polso mira ad aiutare il paziente a ritrovare il normale movimento, la forza e la funzionalità del polso e fornire istruzioni per prevenire future fratture.
Nei giorni successivi all’intervento chirurgico, la riabilitazione prevede trattamenti che controllino il gonfiore e il dolore. Solitamente vengono utilizzate terapie antinfiammatorie e antalgiche come:
- Bendaggi compressivi e crioterapia per far riassorbire l’edema
- Laserterapia
- Tecarterapia
- Magnetoterapia
- Mobilizzazione attiva e attiva assistita per evitare rigidità articolare
Dopo 6-8 settimane dall’intervento la frattura sarà saldata.
Dopo 8-12 settimane dall’intervento vengono consigliati esercizi di rinforzo muscolare insieme alla mobilizzazione attiva dell’articolazione.
L’obiettivo principale della riabilitazione post chirurgica è il recupero della mobilità e il rinforzo muscolare delle dita, ottenibili grazie ad esercizi che utilizzano l’ausilio della plastilina.
Nel caso di fratture composte e stabili si ricorre all’utilizzo del gesso per immobilizzare l’articolazione. Dopo la rimozione del gesso è necessario iniziare dei cicli di riabilitazione. La parte critica della riabilitazione è contrastare la tumefazione e la rigidità della mano.
L’immobilizzazione dell’articolazione dell’articolazione spesso dura dai 30 ai 40 giorni. In questa prima fase, per contrastare il congelamento delle articolazioni, è opportuno mobilizzare la spalla e il gomito. In aggiunta, per evitare problemi di funzionalità, è utile mobilizzare dita della mano con movimenti lenti.
Dopo la rimozione del gesso, è importante seguire un protocollo riabilitativo che prevede:
- Trattamento del gonfiore del polso con massaggio centripeto
- Magnetoterapia per stimolare la rigenerazione dei tessuti
- Mobilizzazione attiva assistita e attiva contro resistenza di polso e mano
- Movimenti attivi di fless-estensione del polso e della mano
- Movimenti cauti di prono-supinazione del polso
- Esercizi di rinforzo muscolare di polso e mano con l’aiuto di palline ed elastici
- Rinforzo della presa
- Esercizi di motricità fine della mano
- Esercizi di flesso-estensione del gomito
- Ripresa delle attività di vita quotidiana come vestirsi, lavarsi, mangiare da soli ecc…
.png)